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Stefano Caimi (Merate, 1991) è laureato in Architettura presso il Politecnico di Torino, e attualmente vive e lavora a Montevecchia, in Lombardia. Le sue opere e installazioni sono state esposte in mostre personali e collettive in Italia e all’estero, in particolare: SMACH – Biennale delle Dolomiti, Val Badia (IT); Dancing in the Ash, The Flat – Massimo Carasi, Milano (IT); EARTH – A Collective Landscape, AkzoNobel Art Foundation, Amsterdam (NL); Nexus, Echoes, and Connections, Sarah Crown, New York (USA); Dolomiti Contemporanee, Casso (IT). Il suo lavoro fa parte di diverse collezioni pubbliche e private, tra cui la Collezione Antropocene del MUSE di Trento (IT), In4Art (NL) e AkzoNobel Art Foundation (NL). Collabora attivamente con Dolomiti Contemporanee e con il Centro Studi sull'Ambiente Alpino dell'Università di Padova. Dal 2019 è docente di Computer Art alla NABA - Nuova Accademia di Belle Arti di Milano, dove tiene un corso incentrato su come i media digitali hanno modificato il modo di pensare, fare e distribuire l'arte nell'ultimo secolo.
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Sull’Alpe Cimbra c’è un luogo dove il silenzio dei boschi parla una lingua antica. È Luserna, borgo trentino a 1333 metri, tra pascoli e sentieri ricamati dal tempo che incanta per la sua autenticità e la profonda identità culturale.
Qui si parla ancora il cimbro, “zimbar” per i locali: una lingua germanica arrivata nel XII secolo con i coloni dell’Impero. Non è solo un idioma, ma un’eredità viva, che si ritrova nei canti popolari, nei racconti degli anziani, nei cartelli bilingui. Passeggiare per il paese è come sfogliare un libro di leggende. Il cuore di questa memoria collettiva è il Museo Luserna, che racconta storia, natura e tradizioni attraverso percorsi immersivi e archivi sonori. La Haus von Prükk, casa-museo contadina, restituisce scorci di vita quotidiana dei primi del Novecento, fatta di oggetti semplici e storie silenziose.
Luserna è anche arte: il merletto a fuselli, pazienza fatta filo, è una tradizione preziosa che celebra la bellezza della lentezza.
Per chi cerca un contatto autentico con la natura, i sentieri tematici si diramano dal borgo tra boschi e leggende. Il “Sentiero dell’Immaginario” è popolato da gnomi e spiriti del bosco; il “Sentiero dalle storie alla storia” intreccia paesaggio e memoria della Grande Guerra.
A vegliare sul borgo, infine, c’è il Forte Werk Lusérn, austera sentinella austro-ungarica e testimone silenzioso di un passato che ancora risuona.
Valerio Panella (Trento, 1984) si laurea in Architettura Ssostenibile al Politecnico di Milano. Come architetto e designer si avvicina al mondo dell’arte sin dagli studi, facendo convergere la sua sensibilità rispetto alle tematiche ambientali, la sostenibilità e il paesaggio culturale. Collabora da tre anni con Associazione Arte Sella, di cui è socio.Per Una Boccata d’Arte è il curatore del Trentino-Alto Adige dalla prima edizione e ha curato i progetti di Luca Pozzi a Mezzano (2020), Camille Norment a Santa Gertrude (2021), Giulia Mangoni a San Lorenzo Dorsino (2022), Benjamin Jones a Pieve Tesino (2023) e Adji Dieye a Magrè sulla Strada del Vino (2024).